6° Concorso Riccardo Domenici

Ecco la seconda parte del libro digitale realizzato dai bambini della classe 4^C Scuola Primaria Borgo XX Giugno per il Concorso Riccardo Domenici dal titolo: Noi bambini, in rotta verso il Santuario dei Cetacei.

1° giorno
Sono Anna ed il primo giorno ve lo racconto io.
Sono le sei di una splendida mattina estiva e l’appuntamento con il capitano Riccardo ed il resto dell’ equipaggio è  a Porto Venere tra un’ora.
Sono ansiosa ed allo stesso tempo eccitata all’idea di partecipare a questo viaggio e di conoscere nuovi posti.
Giunta in orario all’ appuntamento ho subito riconosciuto Oberon che mi ha accolto con festose scodinzolate.
Eravamo tutti pronti e così ci siamo subito imbarcati.
Riccardo si è messo subito al comando della barca e Giovanni lo osservava curioso.
Mentre tutti gli altri sistemano i bagagli, io ammiro le stupende coste della Toscana basse e sabbiose.
Nel frattempo mi è sembrato di vedere una balenottera comune e sono corsa a chiamare il capitano. Ed è stato allora che, contemporaneamente, si sono affacciati anche Caterina, Valentina, Matteo e Alessandro.
Valentina è andata subito al computer a ricercare informazioni su questo splendido animale e ha trovato che il suo nome scientifico è “balenoptera physalus”.
Caterina invece ci ha spiegato che la balenottera comune è uno dei più grandi animali conosciuti e la femmina, sempre leggermente più grande, può raggiungere 27 m di lunghezza ed un peso di 80 tonnellate. Le balenottere comuni sono le più veloci tra i grandi Misticeti, perché in alcune occasioni possono raggiungere e superare i 20 nodi (1 km/h).
E’ assai raro vedere una balenottera saltare quasi completamente fuori dall’acqua. Io ho subito cominciato a disegnare quello splendido cetaceo che si muoveva fra le onde, mentre Valentina, attivati gli idrofoni, ascoltava e registrava il canto dell’enorme animale.
Così è finita questa prima giornata.
2° giorno
Questa mattina io e il mio cane Oberon ci siamo svegliati per primi.  Andati sul ponte per prendere un po’ d’aria, abbiamo trovato stranamente Alessandro già sveglio, che stava guardando la costa della Corsica.
Ad  un certo punto mi ha iniziato a raccontare che la Corsica è un’isola di forma allungata nel senso dei meridiani, appartiene alla Repubblica Francese, ma geograficamente alla regione italiana.  Misura 183 km da Capo Corso (a nord), a capo Pertusato (a sud), mentre la larghezza massima è di 83 km. Lo stretto delle Bocche di Bonifacio la separa dalla costa settentrionale della Gallura (Sardegna). A est il promontorio più vicino alla penisola italiana è quello di Piombino (82 km), mentre il litorale francese (costa Azzurra) si trova, nel punto più prossimo, a circa 170 km a nord-ovest.
Lo sviluppo costiero è di circa 1200 km, solo 300 dei quali sono costituiti da spiagge, che sono più numerose sulla costa orientale.  In condizioni di buona visibilità e bel tempo, le montagne della Corsica sono visibili già dalle quote medio – basse delle colline che coronano il litorale italiano dalla Liguria all’Argentario. La dorsale montuosa principale percorre l’isola trasversalmente, da nord-ovest a sud-est, dividendo la  Corsica in due regioni distinte da un punto di vista geologico. Il monte Cinto (2706), a soli 28 km dal mare, è la cima più elevata dell’isola e vi sono dei nevai. 

Finalmente Alessandro ha smesso di parlare… Dopo pochi minuti, mentre il mio amico geografo riprendeva fiato, gli altri si sono svegliati e ci hanno raggiunto sul ponte, chiedendoci cosa stessimo facendo. Alessandro ha risposto che mi stava descrivendo la Corsica.
Caterina ci ha subito ricordato di mettere gli idrofoni in acqua per ascoltare qualche suono.
All’inizio non siamo riusciti a riconoscere nulla, ma dopo un poco, Valentina ha avvistato un branco di delfini e ce lo ha fatto notare con il suo grande entusiasmo. Matteo allora ha chiesto a Caterina di fargli sentire il verso dei delfini. Dopo che Matteo lo ha sentito, Giovanni si è incuriosito perché non immaginava che i delfini emettessero suoni! Per Matteo i simpatici cetacei fanno rumori come fischi e Caterina ha aggiunto che quello è il verso che usano per comunicare tra loro. A un certo punto, mentre Caterina spiegava, abbiamo alzato gli occhi e abbiamo visto che il cielo si stava oscurando.
Io ho ordinato immediatamente di ritornare sotto coperta con Oberon, perché stava per scoppiare una tempesta.
Il cielo si è riempito di nuvole, il mare si è ingrossato e si sono  sentiti mille tuoni. Io non mi sono spaventato, mi sono rimboccato le maniche e ho assunto il comando della nave. Ho dovuto eseguire una manovra difficilissima per non prendere in pieno una grandissima onda. Dopo molto tempo, per fortuna la tempesta è cessata, il mare è ritornato calmo e il cielo si è schiarito: allora ho detto ai bambini che potevano ritornare sul ponte. I ragazzi mi hanno ringraziato moltissimo per averli salvati, dicendomi che ero il capitano più coraggioso del mondo e Oberon ha cominciato a scodinzolare tutto contento.
I ragazzi poi mi hanno ricordato che avevamo scordato gli idrofoni dentro l’acqua, allora Valentina è corsa subito a vedere se ancora erano tutti intatti, mentre io e gli altri abbiamo ispezionato tutta la nave per accertarci che fosse tutto a posto. Valentina ha trovato un idrofono un po’ ammaccato e noi invece due falle su un fianco della nave. Ci siamo messi tutti al lavoro e in due ore la nave è tornata come prima.
La sera, al tramonto, sono arrivati un sacco di delfini che ci nuotavano intorno e facevano dei movimenti, che a me sembravano giochi.  A un certo punto Anna ci ha chiesto di guardare il disegno che aveva fatto del bellissimo tramonto. Questa sera non la dimenticherò mai!
3° giorno-Ciao sono Giovanni ed oggi mi sono svegliato prima di tutti ed ho avuto la fortuna di udire il verso di uno Zifio.
Sono andato subito a vedere sul ponte ed ho visto che l’animale era in pericolo.
Successivamente si è svegliata anche Caterina, la scienziata che si è messa subito a ricercare sul suo portatile tutte le informazioni sulla razza e la specie dell’ animale.
Così abbiamo scoperto che la razza dell’ animale e’ lo Zifio .
Dopo si è alzato dal letto pure Riccardo, il nostro capitano, che ha proposto di andare a vedere da vicino lo Zifio in pericolo, quindi ci siamo avvicinati per vedere meglio.
Nel frattempo si sono svegliati anche Valentina la tecnologica e Matteo il matematico ed insieme  hanno calcolato  le coordinate dello scoglio dove si è impigliato l’ animale,  per provare a liberarlo.
Tutti insieme abbiamo deciso di costruire uno strumento che riesce ad allargare gli scogli e a liberare lo Zifio.
Ci siamo riusciti grazie all’aiuto di tutti e infine Anna, l’artista, ha disegnato l’ animale mentre ci saluta felice di tornare, libero, a casa.
Giovanni, appassionato di notizie e di storia, ci racconta che ci troviamo in acque liguri, in uno spazio marino denominato ”Santuario dei Cetacei”. L’idea della sua creazione nel Mediterraneo è  nata in seguito a numerosi studi svolti, che hanno dimostrato la considerevole ricchezza di vita pelagica in questa porzione di mare. Aiutato da Valentina, ha ricercato sul sito del ministero dell’ambiente maggiori notizie e abbiamo quindi scoperto che
la legge del 9 dicembre 1998 n. 426 ha impegnato il Ministero dell’Ambiente italiano ad avviare l’istituzione dell’area protetta marina e ad intraprendere opportune iniziative, volte ad estenderla alle acque territoriali dei Paesi confinanti ed alle acque internazionali: nel mese di luglio 1999, a seguito di una ulteriore fase negoziale, Italia, Francia e Monaco sono giunti alla definizione ultima del testo dell’accordo per l’istituzione del Santuario, che è stato firmato il 25.11.99, tale accordo è stato ratificato e reso esecutivo con Legge n. 391 del 11 Ottobre 2001.
Alessandro,  il geografo, ci spiega che la Liguria è una regione a statuto ordinario  che si trova a nord ovest dell’Italia. E’ bagnata a sud dal mar Ligure ed a ovest confina con la Francia ;il capoluogo di regione è Genova. Ha quattro  province tra cui: Genova, La Spezia, Imperia, Savona e ha uno dei porti più importanti d’Europa.
E’ stretta tra il mare e le catene montuose delle Alpi e dell’Appennino ha due fasce costiere: la Riviera di Ponente e la Riviera di Levante.
La Liguria è una regione di grande richiamo turistico per le sue bellezze antropiche e naturali, tra tutti le cinque Terre.
Siamo stanchi, ma felici per una giornata così intensa e carica di emozioni e notizie!
4° giorno-Ciao sono Valentina! Quando mi sono svegliata ho visto davanti a me sette grandi e bellissime isole che facevano parte dell’arcipelago Toscano, infatti Il capitano, non sapendo  orientarsi, ci ha riportato vicino alle coste scogliose  della Toscana.
Il verde degli alberi rigogliosi e il giallo della sabbia compatta hanno illuminato i nostri occhi curiosi.
Alessandro, senza perdersi in chiacchiere, ci ha comunicato importanti informazioni geografiche, che ci potevano essere utili.
Non sapevamo infatti che l’arcipelago toscano è formato da un gruppo di sette isole maggiori, di cui la più grande è l’Isola d’Elba, più alcune minori, secche e scogli situati tra la terraferma Toscana e la Corsica.
L’arcipelago è bagnato da quattro mari: il mar Ligure a nord dell’Isola d’Elba, il canale di Piombino a est, il mar Tirreno a sud e il canale di Corsica a ovest delle coste elbane.
Il canale di Corsica e il canale di Piombino possono essere considerati come canali naturali di collegamento tra il mar Ligure e il mar Tirreno, rispettivamente a ovest e ad est dell’Isola d’Elba.
Il racconto del geografo di bordo era accompagnato dal rumore delle onde piene e potenti, che mi hanno trascinata con forza sempre più lontano. Quel rumore e quel profumo accattivante di mare, mi hanno
mandata emozionata in estasi. Quando ormai ero abbastanza lontana dalle coste della Toscana, ho visto davanti a me due animali dalle dimensioni sproporzionate.
Con Caterina cercavo di capire che animali erano.
Anna incuriosita e affascinata da quegli animali ha tentato di fare un bel disegno.
Caterina entusiasta ha notato che uno di quegli animali quando saltava, tirava fuori la coda e l’altro invece no e allora le sono venuti  in mente il capodoglio e la balenottera comune, che si tuffano proprio in questo modo.
Matteo ci ha fatto notare, con precisione matematica, che il capodoglio torna sott’acqua con un’angolazione di 90° e la balenottera comune invece con un’angolazione di 45 °.
5° giorno-Io, che sono Matteo, ed i miei amici stiamo andando verso le coste della Sardegna con la nostra mitica barca a vela. Alessandro calcola le coordinate geografiche , e ci racconta che quasi al centro del Mediterraneo occidentale, tra il Mar di Sardegna e il Mar Tirreno, l’isola della Sardegna è la terza regione italiana per estensione dopo Sicilia e Piemonte; è anche la seconda isola del Mediterraneo (dopo la Sicilia)ed è una delle più estese d’Europa.
Caterina e Valentina cercano informazioni su quest’isola mentre Anna dipinge un ritratto delle coste.
La Sardegna ha altre particolarità che ne fanno una regione chiaramente distinta dalle altre regioni mediterranee (eccetto la Corsica, con cui ha una certa somiglianza) e italiane.
Giovanni s’informa riguardo i nuraghi e la formazione geologica e scopre che è una terra  antica (anche sul versante   geologico) o, piuttosto, che la sua antichità è più evidente che in altre regioni.
Le montagne sono formate da rocce antiche; le coste sono a tratti alte, rocciose e con piccole insenature che a nord-est diventano profonde e s’incuneano nelle valli (le rias).
Litorali bassi e sabbiosi, talvolta paludosi, si trovano nelle zone meridionali e occidentali: sono gli stagni costieri, zone umide importanti dal punto di vista ecologico.
Mentre navighiamo tranquilli, il capitano vede apparire, pian piano, un colore rosso scuro nell’acqua e chiama tutti per capire cos’è quel colore. Anna la più coraggiosa vuole tuffarsi per scoprire cos’è. Ma io subito grido: “Anna fermati è una stenella striata !!!! “. Man mano che la barca a vela si avvicina, diventa chiaro che ho ragione: si tratta di una stenella striata ferita …..a morte!
L’animale è rivolto a pancia in su e  l’acqua che lo circonda è completamente rossa . Probabilmente ad ucciderla è stato uno scontro con un’imbarcazione. Ho letto che spesso le barche si scontrano con questi cetacei e  quelle più grandi neanche si accorgono di averli uccisi. C’è anche il rischio che la stenella sia stata uccisa dai pescatori, per eliminare un pericoloso rivale nella cattura dei pesci . Siamo tutti tristi ed infuriati, ma non possiamo fare altro che chiamare la guardia costiera per avvertirli e tornare verso la costa. Durante il viaggio di ritorno decidiamo di impegnarci sempre di più per difendere il mare e i suoi abitanti, facendo conoscere a tutti la loro bellezza ed  importanza.
6° giorno-E’ la mattina del sesto giorno ed ecco che siamo arrivati al Principato di Monaco, cullati dal rollio della barca. C’è poco vento, la nave è piuttosto lenta, ma noi ragazzi non potremmo fare diversamente. Nessuno si accorge di ciò, siamo tutti con il naso all’insù ad ammirare quell’incantevole città, Montecarlo, libera e indomita come lo poteva essere solo una città-stato indipendente.
Io, Alessandro, con i miei occhi esperti, calcolo la lunghezza di quel residuo degli antichi stati italiani. Con i suoi 2,02 km quadrati,  il Principato di Monaco nella sua maestosa bellezza si presenta come un formicaio lungo e stretto, più piccolo della Città del Vaticano.
Quella stretta striscia di terra bagnata dal Mar Ligure, in inverno sembra una regina circondata da una pelliccia bianca, soffice come la neve delle Alpi.
In estate, invece, cambia completamente volto, come una fata, adornata da freschi prati verdi, impreziositi da fiori multicolori.
Ancora più intrigante è il percorso tortuoso  della Formula1, tra i più difficili al mondo per la sua varietà di percorso.
Nel frattempo Caterina prepara l’attrezzatura per ormeggiare la barca; mentre navighiamo sentiamo un rumore impercettibile, allora incuriositi ci sporgiamo dalla nave per vedere cosa stia accadendo; tutti con gli occhi spalancati capiamo subito che si tratta di un’orca.
Il Capitano ha scattato tante fotografie. Matteo ci ha detto subito che l’orca ha due modi per saltare: può saltare con la sua rotonda e bianca pancia all’insù, oppure con la pancia verso il basso.
Alessandro avrebbe voluto saperne di più su quegli animali strani. Sembrano cattivi, come fa pensare il loro nome proveniente dall’aggettivo romano orco, che indica una malvagia creatura degli inferi. Alessandro, che ama molto le lingue straniere, ha pensato alla connotazione negativa del suo nome: infatti, in inglese, si chiama “killer whale” ovvero “balena assassina”!
Egli non si è sorpreso al sentire il verso dell’orca, perché sa che  l’orca vive in tutti gli oceani ed in tutti i mari, in particolare negli abissi, ma che non disdegna anche le coste.
Le dimensioni di un’orca possono essere stratosferiche: il maschio può arrivare a pesare 10 tonnellate ed essere lungo fino a 9 metri. Nella sua bocca si annidano fino a 56 denti lunghi ed appuntiti della misura di 10 cm!
La sua grandezza però non la rende impacciata, infatti l’orca è il mammifero marino più veloce a nuotare e può raggiungere i 55 km all’ora, più del limite consentito alle automobili su alcune strade!
Le orche seguono un regime matriarcale: infatti i gruppi (detti Pod) sono composti dalla femmina, i suoi cuccioli, alcune femmine anziane ed un maschio adulto.
L’orca non solo “parla” una lingua diversa di gruppo in gruppo, ma possiede anche un organo sulla fronte che le permette, se incontra un ostacolo, una roccia, od un pericolo, di propagare il suono di questo nelle acque ed avvisare le altre orche: meglio di un sottomarino!
7° giorno-Oggi è il settimo ed ultimo  giorno, siamo un po’ tristi, ma allo stesso tempo felici perché finalmente è arrivato il grande momento dell’immersione subacquea.
Il momento che tutti aspettavamo con tanta gioia.
Vogliamo osservare i cetacei più da vicino.
Vogliamo vedere queste incredibili creature a tu per tu …
Decidiamo  di attaccare  uno strumento il “somboi”  alla barca  per poter registrare tutti i suoni emessi dagli animali nelle 24 ore ed averli così sempre con noi.
Indossiamo la muta, le pinne, la maschera e l’orologio.
Vado personalmente  a controllare le bombolette di ossigeno che siano a posto e per fortuna lo sono: tutto è pronto per tuffarci.
Senza perdere più tempo entriamo  velocemente in acqua, all’inizio non vediamo subito i cetacei che speravamo d’ incontrare, ma ci si avvicina un  gigante pesce palla tutto a pois che sembra  ci voglia salutare.
Allora ci spostiamo più ad ovest e troviamo una grandissima quantità di cetacei.
Cerchiamo di scattargli delle foto con la nostra macchina fotografica subacquea.
All’improvviso ecco arrivare veloci due bellissimi delfini; Valentina ne approfitta e si aggrappa alle loro pinne dorsali.
I due delfini sembrano capire che quello è da sempre  il suo sogno, infatti loro sono animali molto intelligenti, così  le fanno fare un bel giro dinamico tra le onde !!!
Saliamo in superficie per assistere alla spettacolare nuotata: Valentina sembra che voli sull’acqua, spinta dai suoi due amici.
Lei è molto felice e non la smette di ridere.
Poi torniamo sulla nostra barca per parlare di questa avventura.
Che esperienza da sogno !!!
Siamo tutti d’accordo che presto torneremo ad osservare i nostri nuovi amici nel loro meraviglioso mondo.
Non ne vediamo l’ora …

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