E’ tempo di…Attesa – Natale 2017

Due parole sul Natale.

Nella liturgia cristiana, l’origine della festa del Natale è stata molto discussa. Ignorata nei primi tre secoli, solo intorno alla metà del secolo IV comparve a Roma la sua celebrazione, fissata al 25 dicembre, giorno in cui i pagani celebravano il solstizio d’inverno.
Il solstizio d’inverno che cade intorno al 21 dicembre, in astronomia è il momento in cui il sole raggiunge la sua minima declinazione nel suo moto apparente lungo l’eclittica. In quel giorno si ha cioè la notte più lunga dell’anno.
Dal 22 dicembre, le ore di luce aumentano con gradualità, fino ad arrivare al massimo il 22 di giugno, ovvero con il solstizio di estate.
Poiché dal giorno ventuno s’inizia a uscire dal lungo e buio periodo invernale, per entrare in una fase sempre più ricca di luce, i popoli antichi adottarono l’usanza di festeggiare il nuovo ciclo con ringraziamenti alle divinità in cui credevano.
Il fenomeno del solstizio diventa ben visibile intorno al 25 dicembre, in altre parole solo qualche giorno dopo il ventuno, per cui le popolazioni antiche officiavano proprio quella data come la rinascita del sole e conseguentemente la rinascita della vita sulla terra.
Altre popolazioni addirittura, lo identificavano come giorno della nascita del loro dio. Basti pensare a Osiride in Egitto, a Mitra in Persia, a Quetzalcóatl in Messico, a Krishna in India, e tanti altri ancora, tutte divinità simboleggianti il sole, la luce.
Ma veniamo alla celebrazione del Natale, inteso come nascita di Gesù il Cristo, sceso sulla terra, come ci insegna la cristianità, per la salvezza dell’umanità.
Non esistono dati certi sul giorno esatto della sua nascita, perché dalla lettura dei vangeli, si apprendono solo alcune notizie riguardanti l’evento straordinario, tra cui l’apparire di una stella luminosissima sopra Betlemme, al tempo di re Erode, e l’arrivo dei magi a Gerusalemme per adorare il Re dei Giudei, guidati proprio dalla luce di quella stella, veduta sorgere in Oriente. Nessuno ovviamente, può avere la certezza e mai la potrà avere, che le cose sia andate come descritto nei vangeli, anche se nel corso dei secoli gli astronomi attraverso complicati calcoli, hanno stabilito che il fenomeno di cui Matteo da notizia, possa essere avvenuto, per davvero.
Quasi sicuramente però i cristiani, rifacendosi a una credenza pagana, decisero di far coincidere la data della nascita di Gesù col 25 dicembre, ovvero della rinascita del sole, affinché fosse ritenuto che il vero sole, era Cristo il Salvatore, in quanto unica e autentica luce per l’umanità.
Di là dall’ipotesi fatta da molti critici che il racconto di Matteo sia solo simbolico con fortissime similitudini alle divinità antecedenti Gesù, non si può non costatare e affermare che “solo i gesti e le parole di Gesù sono unici e sempre completamente diversi da quelli che ci si attende da un Dio fatto da mano d’uomo”. (Natanson) (tratto dal libro Ipotesi su Gesù di V. Messori)
Solo in Gesù, infatti, ci sono parole di compassione per i più deboli, parole di fratellanza, di tolleranza e di perdono, parole di amore e di speranza. Parole capaci di far intravedere “non solo che la vita ha un senso, ma anche uno sbocco, che supera la stessa oscurità della morte”. (Ripartiamo da Dio di C.M. Martini)
Il giorno di Natale dunque non può non essere che un giorno da aspettare con gioia ed allegria. E’ il giorno in cui il sole riacquisisce il vigore, indispensabile per la rinascita della vita sulla terra, è il giorno in cui un bambino, chiamato Gesù, nasce alla vita per effondere nei cuori degli uomini la gioia, quella che apre al futuro e conduce alla pienezza della pace. (O.D.)

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