Anche se in ritardo rispetto alla effettiva data dell’evento, ci sembra bello pubblicare integralmente l’articolo che Don Angelo Maria Fanucci, sacerdote di Gubbio, ha sentito l’esigenza di inviare ai tutti giornali dell’Umbria in occasione dello spettacolo musicale a cui ha assistito, “Capodarco in Musica tre” , tenuto dalle persone diversamente abili della Comunità di Capodarco di Perugia il 24 novembre 2017 all’Oratorio di Santa Cecilia.
UN EVENTO DI STRAORDINARIO SPESSORE UMANO E CULTURALE
Un evento di straordinario spessore umano e culturale ha avuto luogo venerdì 24 novembre, presso l’Oratorio di Santa Cecilia .
Nella calda sala settecentesca di Via della Stella, con le sue pareti mosse, quasi ad accompagnare e facilitare l’esecuzione di composizioni musicali di grande valore che vengono eseguite al suo interno, con i suoi putti d’oro sospesi nell’aria ad ascoltare pieni di meraviglia, con i suoi balconi interni dai quali ammirare lo spettacolo in esecuzione da angolazioni sempre diverse, stavolta si è avuto qualcosa di veramente nuovo: a partire dalle 17,30 la scena è stata occupata da “Capodarco in Musica 3”, uno spettacolo eseguito dai disabili ospiti dalla Comunità di Capodarco di Perugia onlus.
Musica, canto e danza : tre attività che sembrerebbero del tutto precluse a soggetti portatori di handicap gravi e a gravissimi , ma la tenacia intelligente ella Presidente Francesca Bondì e l’abilità preziosa e paziente di Barbara Abati, che insegna canto a quelli che continuano ad essere chiamati “ragazzi” anche quando di anni sul groppone ne hanno molti, insieme con la disponibilità di tanti amici, hanno fatto il miracolo.
È stata una cosa veramente piacevole: erano 30 persone con disabilità psicofisica importante, che si muovevano a ritmo, cantavano, agitavano ritmicamente strisce colorate, frammisti a operatori e operatrici che, pur avendo qualifiche di varia natura grazie alle quali lavorano ogni giorno a costruire la stato di benessere di questi “ragazzi”, si sono prestati a cantare a danzare, coinvolti come “persone fra persone”
Eccolo, il segreto: “da perone a persone”. È l’antropologia personalistica di Capodarco che supporta questo come tanti altri eventi che segnano la sua vita in questa o quella della tante comunità di accoglienza per disabili che Capodarco ha aperto un po’ in tutta Italia. Prima che malati, i soggetti accolti sono persone, l’handicap non ha minimamente sminuito questa loro fondamentale dignità.
E se sono persone, hanno il diritto di poter dare il meglio si se stesse dovunque questo sia possibile. È poco, oggettivamente, quello che possono dare? Ma è il tutto della loro esistenza compressa dalla malattia, ma sempre tesa ad uscirne verso la luce di una vita condivisa con gente che le sa accogliere, valorizzare ed amare ben al di là della menomazione fisica o psichica.
Per realizzare il suo bello spettacolo, la Comunità di Capodarco di Perugia ha potuto contare innanzitutto sui genitori dei “ragazzi”, che sono sempre stati vicini ai promotori della Comunità , per sostenerne le iniziative condividendone lo sforzo, e poi sul cofinanziamento dall’associazione perugina” Amici di Riccardo” che, sotto la presidenza di Orietta Domenici, ormai da 4 anni cofinanzia li progetti di musica sui quali la Capodarco di Perugia continua ad impegnarsi.
Ma la città intera deve stringersi introno a iniziative del genere, perché da come accoglie chi è in difficoltà si misura la civiltà di un popolo. (don Angelo Fanucci, nel caso che voleste citarlo).