7maggio 1996 – 7 maggio 2014
“Quando il destino racconta, di quelli che più amo, storie di dolore al mio cuore spaventato,
Tu speranza, occhi di luce, la mia fantasia morbosa rallegra, dammi il dolce conforto:
Illuminami di cielo, danza sul mio capo con le tue ali d’argento” (J. Keats Alla Speranza)
Dinanzi alla porta della stanza dove i tuoi più intimi pensieri e i sogni più segreti e sublimi, prendendo forma, ogni notte si libravano in alto, osservo la tua chitarra rosa distesa sul letto, la poltrona impregnata di quel tuo odore fresco, di doccia appena fatta, la scrivania con sopra tanta confusione fatta di contenitori con dischetti non più in uso, il tuo amato computer Amiga, cd, confezioni con corde di chitarra ancora intatte ed altre strappate, e libri e quaderni di appunti che sembra aspettino di essere di nuovo sfogliati in vista di un prossimo esame. E poi più in là la radio, lo stereo, il registratore, i nastri con le musiche che ti piacevano e che poi provavi, e che mi diventavano ogni giorno sempre più care. E poi l’armadio, dove i tuoi abiti non hanno più l’esigenza di essere cambiati al mutare delle stagioni e che io accarezzo, non solo col pensiero. E poi… e poi il tuo viso, i tuoi occhi, i tuoi capelli, le tue mani, la tua voce, il tuo profumo, e la struggente voglia del tuo abbraccio capace di scaldare questo mio cuore malinconico e triste che invita la speranza a illuminarle il cielo e danzare sul suo capo con ali d’argento. Mi manchi tanto, Riccardo. Ma per sempre insieme. (mamma).